Esiste un particolare momento, in ogni attività collettiva, in cui è bene soffermarsi per valutare la strada che si è percorsa e quella ancora da fare, per capire se la direzione che stiamo percorrendo è quella giusta. L’attività legislativa non è immune a una tale riflessione, ed oltre 10 anni sono un tempo congruo per valutare la maturità di un importante atto legislativo, il cosiddetto Testo Unico sulla sicurezza, D.Lgs. 81/08, emanato il 9 aprile del 2008.
Sicurezza sul Lavoro: cosa ci dicono i dati dal 2008 a oggi
La distanza dalla ricorrenza dei 10 anni, ci libera dalla necessità di una pura analisi dei dati, che rappresenta solo lo spunto, per alcune semplici riflessioni.
Le statistiche fornite da INAIL e ISTAT permettono di identificare, dal 2008 ad oggi, due fasi temporali distinte. La prima, dal 2008 al 2014, denota una continua e decisa diminuzione dei parametri legati agli infortuni sul lavoro; nella seconda, dal 2014 al 2019, l’andamento è decisamente più costante.
L’abbrivio della norma sembra esaurirsi nei primi 6 anni e pur portando ad un consistente miglioramento nei termini di sicurezza e salute dei lavoratori, non lascia traccia evidente di miglioramenti significativi.
Cosa si può fare ancora per ridurre gli infortuni sul lavoro?
Il margine per dare nuova linfa al D.Lgs.81/08 esiste ed è ben noto al legislatore ed agli addetti ai lavori: nelle ulteriori semplificazioni da attuare; nella promulgazione degli ulteriori atti normativi ancora da emettere; e nella partenza del Sistema informativo nazionale prevenzione (SINP).
Oltre a queste, preme rilevare anche altre tematiche da utilizzare come argomento più semplice e immediato, che fanno uso di strumenti sottovalutati in tutta la filiera della gestione dei rischio approntata fino ad oggi.
Prendiamo esempio dalla utilissima piramide della sicurezza (o di Heinrich), nella quale, grazie ad una ricostruzione di dati raccolti, viene correlato un evento infortunistico grave o mortale ad una serie di eventi della stessa tipologia e preventivamente accaduti che hanno prodotto danni lievi o mancati infortuni o semplici azioni insicure. Da tale analisi nasce il principio della Prevenzione, ovvero l’opportunità di ridurre gli eventi infortunistici agendo sui comportamenti insicuri ed i “near miss ”.
Cosa è un NEAR MISS: Un “near miss” viene comunemente definito come un qualsiasi evento, correlato al lavoro, che avrebbe potuto causare un infortunio o danno alla salute e che, solo per puro caso, non lo ha prodotto; un evento quindi che ha in sé la potenzialità di produrre un infortunio.
La piramide della sicurezza o di Heinrich
L’indicazione alla riduzione di comportamenti e condizioni insicure trova un chiaro riferimento nel D. Lgs. 81/08 agli artt. 19, 20 e 33 mentre, per quanto concerne i near miss, non troviamo nessuna indicazione, nessun obbligo di comunicazione e soprattutto di gestione.
Art. 19. Obblighi del preposto – [..…] comma 1, lett. f) segnalare tempestivamente al datore di lavoro o al dirigente sia le deficienze dei mezzi e delle attrezzature di lavoro e dei dispositivi di protezione individuale, sia ogni altra condizione di pericolo che si verifichi durante il lavoro, delle quali venga a conoscenza sulla base della formazione ricevuta; […..]
Art. 20. Obblighi dei lavoratori – [CUT] comma 2, lett. e) e) segnalare immediatamente al datore di lavoro, al dirigente o al preposto le deficienze dei mezzi e dei dispositivi di cui alle lettere c) e d), nonché qualsiasi eventuale condizione di pericolo di cui vengano a conoscenza, adoperandosi direttamente, in caso di urgenza, nell’ambito delle proprie competenze e possibilità e fatto salvo l’obbligo di cui alla lettera f) per eliminare o ridurre le situazioni di pericolo grave e incombente, dandone notizia al rappresentante dei lavoratori per la sicurezza; … [CUT]
Art. 33. Compiti del servizio di prevenzione e protezione: 1. Il servizio di prevenzione e protezione dai rischi professionali provvede: a) all’individuazione dei fattori di rischio, alla valutazione dei rischi e all’individuazione delle misure per la sicurezza e la salubrità degli ambienti di lavoro, nel rispetto della normativa vigente sulla base della specifica conoscenza dell’organizzazione aziendale; … [CUT];
Perché è così importante analizzare i near miss?
Prima di tutto perché la sensibilizzazione di tutti i lavoratori alla segnalazione dei near miss rappresenta un importante fattore educativo, per chiarire che il punto focale non è l’attribuzione della colpa, ma la riduzione dei rischi futuri.
Inoltre, perché alla segnalazione deve essere attribuito il valore non di non una mera registrazione bensì l’occasione di revisione della valutazione dei rischi.
Di contro le motivazioni principali della mancata segnalazione dei near miss sono: la diffidenza e la paura di ripercussioni dei lavoratori oltre la percezione diffusa che siano inutili.
Riteniamo che adoperarsi per una “gestione” completa dei mancati infortuni, facendola entrare pienamente nell’impianto del D.Lgs. 81/08, dalle valutazioni dei rischi, al coinvolgimento di tutte le figure della sicurezza (DL, RSPP, ASPP, Preposti, lavoratori, AdE, APS), fino ad inserirsi nelle riunioni periodiche, possa rappresentare una naturale evoluzione applicativa delle norme prevenzionistiche.
E’ di ausilio riferirsi a quanto di prassi viene fatto in applicazione dei sistemi di gestione per la Salute e la Sicurezza, secondo la norma UNI EN ISO 45001:2018, in cui alla segnalazione degli eventi, non solo infortunistici ma anche di near miss, segue una adeguata valutazione delle cause-base dell’evento con applicazione di successive azioni correttive e loro diffusione presso i lavoratori per renderli partecipi del processo di miglioramento.